La Galleria Lorcan O’Neill Roma ha inaugurato mercoledì 30 settembre la stagione autunnale con l’esposizione dei nuovi lavori di Cerith Wyn Evans (Galles 1958). Nei due spazi espositivi della galleria romana si avvicendano, sia le opere bidimensionali come pitture e disegni, sia opere che esprimono la tridimensionalità come sculture in forma di alti e bassi quadrilateri di specchi: come colonne, sormontate da orchidee e cactus, minimali ed esotiche fonti di luce riflessa. il Neon ‘soffro per voi ma come fate?’cattura l’attenzione dello spettatore : è un dejà vu’? Una frase già vista? L’artista l’ha ‘rubata’ ad un graffito ch egli ha fotografato su di un cassonetto in una città italiana. Evoca il dolore di un Dio impotente, ed emarginato dagli uomini o quello dell’uomo dolente che vede il proprio sé riflesso nel suo simile? Cerith dunque, mescola diversi linguaggi e tecniche artistiche : la scultura, la calligrafia gestuale giapponese, i graffiti, ,. I suoi inchiostri su carta mescolano lettere dell’alfabeto occidentale con segni che ricordano la natura, i rami, le piante: natura e cultura che si intrecciano in una ricerca di completamento..Ma le immagini più suggestive sono, forse, i suoi lavori su tavola, in argento su argento, manipolazioni di fotografie erotiche riprese da riviste giapponesi degli anni Settanta. Le immagini di giovani uomini che si amano si scorgono come attraverso una nebbia splendente, che lascia intravedere, ai nostri occhi, (che non subito riescono a mettere a fuoco le visioni quasi oniriche che ci offre l’artista), una realtà come la pornografia che si trasfigura in atto erotico assoluto e puro. La luce ritorna dunque a specchiarsi sulla realtà e ad indicarci che il punto di vista dipende dalle ombre e dalle luci che ci suggeriscono come interpretare la vita.
SIMONA SAROLI